Fortezza Europa: limiti ed efficacia delle misure di ingresso in UE per motivi di protezione
I governi dell’Unione Europea, quasi tutti e da molti anni, inseguono le destre xenofobe costruendo muri e facendo accordi con i Paesi vicini, per impedire alle persone in cerca di protezione di arrivare alle nostre frontiere e con la conseguenza di limitare gravemente l’accesso al diritto d’asilo. La retorica della lotta ai trafficanti si infrange contro l’impossibilità per chiunque di arrivare in Europa in sicurezza e attraverso vie legali, se non attraverso strumenti limitati e complementari, come il reinsediamento e i corridoi umanitari, che sono spesso utilizzati strumentalmente dai governi per giustificare il progressivo smantellamento del diritto d’asilo.
L’UE ha in teoria uno strumento legislativo comune, il Regolamento Visti (n.8010/2009, art.25, comma 1, lett.a), che consentirebbe il rilascio di visti umanitari, ma che delega ai singoli Stati la decisione sull’attivazione o meno di questo strumento, limitandone la validità al territorio dei singoli Paesi.
Obiettivo di questo incontro è riflettere sugli strumenti esistenti e sulla loro efficacia e su come regolare le modalità di accesso alla protezione, anche attraverso una necessaria modifica del Regolamento Visti.
Introduce: ARCI
Intervengono: Valentina Brinis (Open Arms), Silvia Albano (Magistratura Democratica), Ludovic Voet, (Segretario confederale CES), Syed Hasnain (UNIRE), Dario Belluccio (ASGI), Oliviero Forti (Caritas), Andrea Pecoraro (UNHCR)
Modera: Annalisa Camilli (giornalista)