Scopri il programma (in aggiornamento) della settimana edizione del Festival Sabir. Per partecipare agli eventi è obbligatorio prenotare. Per accedere alle sale è indispensabile il Green Pass. 

Gli eventi con il simbolo   saranno trasmessi in streaming. Nelle descrizioni trovi i link per seguire online.

Gli eventi con il simbolo  dispongono di interpretariato simultaneo. Per ascoltare accedi a Zoom dal tasto dedicato.

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GIOVEDÌ

Dedicato a Simona Sinopoli

Apertura del festival e presentazione del programma.

Intervengono:

  • Silvia Miglietta, assessora diritti civili e welfare del Comune di Lecce
  • Stefano Minerva, Presidente Provincia Lecce
  • Daniele Lorenzi, Presidente ARCI;
  • Emiliano Manfredonia (Presidente ACLI)
  • Oliviero Forti, Caritas Italiana;
  • Giuseppe Massafra, Segretario Nazionale CGIL;
  • Serena Pugliese ASGI
  • Paola Barretta, portavoce Carta di Roma
  • Alessia Rollo, artista, curatrice della mostra InTrance
  • Syed Hasnain, Unire


Durante la presentazione sono previsti collegamenti dalle frontiere interne ed esterne dell’UE e testimonianze.

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Formazione a cura di Carta di Roma. Sono previsti i crediti formativi per i giornalisti 

La crisi dell’Afghanistan  ha rotto il silenzio mediatico sugli esteri e su un paese che conquistava spazio solo in occasione di attentati con il coinvolgimento di occidentali. La continuità del racconto giornalistico ha permesso di aumentare la conoscenza del contesto e delle ragioni che spingono le persone a fuggire. Contesti e destini analoghi in Siria, Sahel, Etiopia ed Eritrea, spesso dimenticati dall’informazione. 

Sul ruolo del giornalismo nel dare continuità al racconto dei contesti di crisi ne discutono:

  • Francesco Bellina (fotoreporter),
  • Asmae Dachan (giornalista),
  • Federico Fossi (UNHCR),
  • Lucia Goracci (giornalista),
  • Marta Serafini (giornalista).
  • Modera Valerio Cataldi (Giornalista, Presidente Carta di Roma).

 

Formazione a cura di ASGI.

L’incontro sarà l’occasione per approfondire:

  • Il fallimento delle politiche di ingresso e soggiorno dei cittadini stranieri in Italia: dai decreti flussi ai c.d. corridoi umanitari
  • Alcune possibili prospettive legali: il nuovo istituto della protezione speciale, così come modificato dal d.l. 130/2020; i visti umanitari


Modera: Vincenza Raganato

Intervengono:

  • Loredana Leo, avvocata
  • Dario Belluccio, avvocato

 

 

Dopo 20 anni di una guerra che ha prodotto decine di migliaia di morti e milioni di profughi, e una presenza occidentale che ha illuso un’intera generazione, i talebani hanno ripreso il controllo del Paese. Nonostante le gravi responsabilità anche dell’Europa, i governi ritengono di dover intervenire perseguendo la strada dell’esternalizzazione dell’asilo come soluzione per chi cerca aiuto e protezione. La crisi afghana rischia di diventare il terreno di sperimentazione di una deriva che punta a cancellare il diritto d’asilo scaricandolo su altri Paesi. “Aiutiamoli a casa degli altri” non può essere la risposta UE: le forze democratiche europee non hanno altro da dire?

Modera: Annalisa Camilli (giornalista, Internzionale)

Introduce: Filippo Miraglia (ARCI)

Intervengono:

  • Rahel Saya (giornalista),
  • Syed Hasnain (Unire);
  • Marina Sereni (Vice-ministra degli Esteri),
  • Emma Bonino (senatrice),
  • Chiara Cardoletti (rappresentante UNHCR in Italia);
  • Silvia Stilli (portavoce AOI);
  • Leila Bodeaux (Caritas Europa)

Conclude: Oliviero Forti (Caritas)

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La Conferenza, organizzata da Migreurop, si concentrerà sull’esternalizzazione dell’asilo, un vecchio sogno europeo che torna costantemente in superficie. Diversi componenti della rete (Gisti, Sophie-Anne Bisiaux, e altri) parleranno dell’evoluzione di questo concetto e delle prassi connesse, guardando agli ultimi 20 anni in diversi paesi.

Intervengono:

  • Claudia Charles, Gisti/Migreurop;
  • Alaa Talbi, FTDES/Migreurop;
  • Sophie-Anne Bisiaux, Migreurop;
  • Mikel Araguas, SOS Racismo/Migreurop;
  • Diletta Agresta, ASGI/Migreurop

 

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L’UE e gli Stati membri da anni promuovono politiche e azioni volte a impedire l’ingresso sul territorio di chi vuole arrivare in Europa. Lungo le frontiere interne ed esterne del continente assistiamo quotidianamente a violenze e violazioni dei diritti fondamentali delle persone in transito, tra cui la violazione del principio di non respingimento e l’impossibilità di accedere alle procedure di asilo. Le organizzazioni in frontiera monitorano, denunciano e offrono sostegno  in questi luoghi di sospensione del diritto. 

L’incontro offrirà uno sguardo su alcuni dei principali snodi delle rotte migratorie verso l’Europa, dal confine italo-francese, alla rotta balcanica, sino al Mediterraneo.

Modera: Alessandra Ziniti (giornalista de la Repubblica)

Introduce: Antonio Russo (ACLI).

Intervengono:

  • Giovanna Corbatto (Caritas Italiana);
  • Maurizio Marmo (Caritas Ventimiglia – Sanremo);
  • Fausto Melluso (Arci Sicilia);
  • Luciano Scalettari (presidente ResQ People);
  • Mauro Montalbetti (IPSIA-ACLI);
  • Migreurop (tbc);
  • Elena Bizzi (EuroMed Right );
  • Milena Šošić (IDC)
  • Judith Sunderland (HRW); 
  • Olga Bibbiani


Conclude: Anna Brambilla (ASGI)

 

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Da più di 20 anni, con una accelerazione dopo il 2011, il sistema d’accoglienza italiano è caratterizzato da una “temporaneità” stabile. Da sempre le organizzazioni impegnate nella promozione del diritto d’asilo e dell’accoglienza chiedono una programmazione e una unitarietà del sistema. Anche di fronte alla crisi afghana e all’arrivo di quasi 5 mila persone evacuate non c’è stata una adeguata programmazione. E’ possibile invertire questa tendenza?

Modera Eleonora Camilli (giornalista Redattore Sociale)

Introduce Walter Massa (ARCI)

Intervengono:

  • Matteo Biffoni (sindaco di Prato, responsabile immigrazione ANCI);
  • Vice Prefetto Carmen Cosentino, Direttore Centrale dei Servizi Civili per l’Immigrazione e l’Asilo
  • Elly Schlein (Vice presidente Regione Emilia Romagna);
  • Carlo Salvemini (Sindaco di Lecce),
  • Anna Caputo (Presidente Arci Solidarietà Lecce);
  • Elena De Pasquale (Funzione Pubblica – CGIL)

Conclude: Oliviero Forti (Caritas Italiana)

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“La libertà e la vita delle donne afgane sono fortemente compromesse da quando i talebani hanno ripreso il potere.
Cosa accadrà ora? L’accesso alla scuola sarà ancora possibile? Le donne potranno continuare a lavorare? E una banale passeggiata in solitudine sarà una chimera?
L’incontro si pone l’obiettivo di mettere al centro l’importante questione femminile nei luoghi di guerra/conflitto (non solo in Afghanistan) e in quelli in cui vigono regimi particolari.
In Afghanistan, quale futuro si prospetta per le donne e quali anticorpi sono stati sviluppati, singolarmente e/o in associazione per superare il pericolo di un futuro privato dei più elementari diritti delle persone, in particolare quelli delle donne?”

Introduce: Chiara Volpato Coordinamento Donne Acli

Intervengono:

  • Luca Lo Presti PANGEA
  • Fatema Qasim, scrittrice e attivista, volontariato per Binario 15
  • Susanna Fioretti (Nove Onlus)
  • Testimonianza diretta anonima di una donna afghana

Conclude: Susanna Camusso (Responsabile Politiche di Genere e Politiche Europee e Internazionali – CGIL)

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18.00 - SOLO ONLINE

Accoglienza, lavoro, inclusione, diritti, mentre si parla di frontiere chiuse e di muri, sono azioni che permettono di rilanciare i valori di solidarietà e umanità su cui bisogna interloquire con i giovani per ricostruire speranza e fiducia, affinché un altro mondo sia possibile.

Modera Paola Barretta, portavoce Carta di Roma

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L’evento è organizzato con il supporto della Libreria Palmieri

Narcotica è un viaggio sulle rotte dei trafficanti tra Messico, Colombia, Albania e la Calabria. 

Un viaggio tra le vittime collaterali dell’impresa più redditizia del pianeta, come gli attivisti ambientali, i giornalisti, i contadini, i bambini schiavi nei campi di coca, i migranti. Un viaggio che attraversa i confini sudamericani tra Colombiane Venezuela e tra Messico e Stati Uniti, teatri delle più gravi crisi umanitarie del pianeta. 

Intervengono:

  • Irene Savio, corrispondente settimanale El Proceso, esperta di crisi umanitarie e conflitti armati in Europa dell’est, America Latina, Oriente Medio e Africa,  
  • Andrea Palladino, giornalista e documentarista, ha vissuto a lungo in America Latina e 
  • Valerio Cataldi, autore di Narcotica, caporedattore Inchieste Rainews24

L’evento è organizzato con il supporto della Libreria Palmieri

Il Mediterraneo continua a essere un mare di guerra. Ma intanto nelle aspirazioni e nei comportamenti personali, così come nelle strutture sociali, sono in atto trasformazioni comuni e irreversibili di tale velocità, profondità e intensità da incoraggiare chi cerca percorsi di comunicazione tra le sponde del mare comune. Non esiste e non serve un’identità mediterranea, servono invece conoscenze e convergenze. Musica, arte e letteratura lo fanno da sempre, superando qualsiasi frontiera.

Il Mediterraneo non è né nostrum né di chiunque altro. È un meraviglioso mare comune.
Possiamo essere neutrali? Possiamo sottrarci al mediterraneismocomeforma preliminare e ulteriore del colonialismo? Quel mediterraneismo che descrive la sponda sud come arretrata e sconfitta dalla storia, e quello che la vede come l’ultima riserva di valori elegiaci, come “vera alternativa” alla via corrotta e amorale dell’Occidente?

Modera: Roberto Molentino, Arci Solidarietà Lecce

Intervengono:

  • Andrea Rosso (biologo);
  • Silvia Miglietta (assessora diritti civili e welfare del Comune di Lecce);
  • Fabio Cani (editore, EcoInformazioni)
  • Umberto Cataldo ( Arci Solidarietà Lecce, Il Formicaio) ;
  • Francesca Gigante (Università del Salento).

 

Ghibli è un concerto che vede unite due delle voci più importanti della world music italiana e del pop di matrice mediterranea: il libanese di origini palestinesi Nabil Bey (voce dei Radiodervish) e il pugliese Fabrizio Piepoli (voce de La Cantiga de la serena).

Insieme intessono una trama di canzoni che abbracciano la storia della musica mediterranea, da antichi canti devozionali Sufi a canzoni d’autore del più̀ raffinato pop mediorientale, mescolando suoni acustici ed elettronica.

Un abbraccio musicale che racconta l’unione e la fratellanza, al di là delle laceranti divisioni, un canto di speranza e di convivenza che lenisce le ferite dei conflitti e, attraversando il passato fino alla contemporaneità, si fa portavoce di una nuova storia di pace.



  • Regia: Haider Rashid
  • Italia, 2021, 75’, fiction
  • Distribuzione: I Wonder Pictures / Unipol Biografilm Collection
  • Festival: Cannes 2021 (Quinzaine des Realisateurs)

L’evento è organizzato in collaborazione con UCCA

Confine tra Bulgaria e Turchia: Kamal è un giovane iracheno che sta cercando di entrare in Europa a piedi, attraverso la “rotta balcanica”. È braccato dalla polizia bulgara e dai “Cacciatori di Migranti”. Kamal ha nello zaino un passaporto, alcune foto di famiglia, dei fogli con degli appunti e dei numeri di telefono per quando arriverà in Europa. Sperando che questo accada. Il racconto straordinario di una strenua lotta per la libertà e la vita.

Con il regista Haider Rashid in video-collegamento e Pietro Ciciriello, attore di ‘Europa’

Introduce Mauro Montalbetti, IPSIA-ACLI

Violoncello, Pianoforte, percussioni e voce.
I tre musicisti ci raccontano storie vecchie e nuove di percorsi differenti che si incontrano, mani giunte, urla al cielo e orizzonti sconosciuti.
Sonorità e canti che si intrecciano
nei lunghi e folti capelli del mediterraneo e oltre.

Redi Hasa è il violoncello più creativo nell’area della musica adriatica, tra le sponde italiche e balcaniche. Già pilastro della Bandadriatica, ora stretto collaboratore di Ludovico Einaudi, Redi costruisce sul suo violoncello una “polifonia monostrumentale” nelle sfumature folk e in quelle più ardite della reinvenzione della tradizione.

Rachele Andrioli, voce dal timbro profondo  e inconfondibile, figura giovanile di intensa presenza scenica, si misura con il canto spaziando in un vasto canzoniere, dal tradizionale al cantautorato, dalla musica delle radici salentine a quelle del mondo, dalla musica francese al jazz.

VENERDÌ

Formazione a cura di ASGI.

L’incontro sarà l’occasione per approfondire:

  • Le donne migranti in agricoltura e nel lavoro di cura/domestico tra sfruttamento, forme di assoggettamento, violenza di genere e vulnerabilità multiple;
  • La tratta delle donne a scopo di sfruttamento lavorativo;
    La normativa e gli strumenti di tutela (sistemi di accoglienza, programmi di assistenza e integrazione, tipologie permessi di soggiorno)
  • L’emersione e la protezione delle donne gravemente sfruttate e vittime di violenza: la realtà degli insediamenti informali


Modera: Marina Angiuli

Intervengono:

  • Erminia Rizzi, operatrice legale;
  • Amarilda Lici, avvocata

 

L’incontro è a cura dall’équipe dal circolo Arci Approdi , composta da psicoterapeuti e psicoterapeute

La professione dell’accogliere richiede grandi dispendi di energie: relazionali, emotive e cognitive, non esaurirle e rigenerarle tutela l’operatrice, l’operatore e migliora il lavoro.
La metodologia utilizzata è laboratoriale.

Le esperienze della cooperazione internazionale e delle ONG negli ormai numerosi progetti dedicati alle migrazioni nei Paesi della sponda orientale e meridionale del Mediterraneo e nel Sahel sollecitano un confronto fra alcuni degli attori coinvolti, a partire da qualche spunto di riflessione: la necessità di dedicare più attenzione alle popolazioni locali nei Paesi di transito dei migranti, l’esigenza di impostare una lettura politica di questioni di grande delicatezza, per le opinioni pubbliche nei vari Stati oltre che nelle relazioni internazionali, la consapevolezza sulle ombre delle politiche migratorie dell’Unione Europea, prevalentemente appiattite sulle questioni securitarie.

Intervengono:

  • Fiorella Prodi Presidente Nexus Emilia Romagna
  • Mauro Montalbetti Ipsia Acli
  • Silvia Maraone dal campo di Lipa
  • Sabina Breveglieri, Nexus Emilia Romagna 
  • Silvia Stilli Arci/ Aoi
  • Danilo Feliciangeli Caritas Italiana
  • Pierfrancesco Majorino Europarlamentare gruppo S&D TBC
  • Leonardo Carmenati Dirigente AICS TBC
  • Simonetta Paganini ANCI TBC

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Migrazione, frontiere e arrivi hanno occupato l’agenda mediatica e politica per molti anni, ora la questione sembra aver perduto rilievo e centralità nell’opinione pubblica. “Migranti e rifugiati fanno meno paura di un tempo. E non si vedono. Sui media. Nel “nostro” mondo. Intorno a noi. L’importante, per questo, è operare e agire per l’inclusione. Per ridimensionare i motivi di polemica e ri-sentimento”, scrive il politologo Ilvo Diamanti

Sul racconto e la percezione della migrazione, sul ruolo delle istituzioni nel contrasto alle discriminazioni ne discutono:

Modera Paola Barretta (Portavoce Carta di Roma)

Intervengono:

  • Carlo Bonini (giornalista, La Repubblica),
  • Daniela De Robert (componente Garante dei diritti delle persone private o limitate nella libertà personali),
  • Triantafillos Loukarelis (Direttore di Unar),
  • Ilvo Diamanti (politologo),
  • Carlotta Sami (Portavoce UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino),
  • Jean Léonard Touadi (Scrittore e giornalista)
  • Giuseppe Giulietti (Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana)

 

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La pandemia sta avendo un grande impatto rimodellando il mondo del lavoro. Forte accelerazione della digitalizzazione delle aziende e investimenti in nuove tecnologie che comportano riadattamenti nelle strategie di produzione, approvvigionamento e distribuzione. Ma quali sono le conseguenze sul lavoro e sui lavoratori? In particolare sui lavoratori stranieri e quelli maggiormente vulnerabili? Il panel approfondisce questi cambiamenti e analizza gli adattamenti necessari per favorire l’inserimento al lavoro delle categorie fragili.

Modera: Valentina Murrieri, Giornalista di LeccePrima

Intervengono:

  • Daniele Albanese, Caritas Italiana/Consorzio Communitas
  • Fabio Papa, Docente di Economia e Direttore Scientifico di Institute of Applied Economic Research (online)
  • Tatiana Esposito, Titolare della Direzione generale dell’immigrazione e delle Politiche di Integrazione del Ministero Lavoro
  • Nunzia De Capite, Caritas Italiana 
  • Monica Molteni, Mestieri/Consorzio Communitas
  • Fausto Durante CGIL Nazionale 


Conclude Stefano Tassinari, ACLI

Il confronto sulle modalità di attuazione del Piano europeo, con un particolare riferimento all’utilizzo del FSE+, è indicato dalla Commissione come uno degli strumenti principali per realizzare la strategia e gli interventi di integrazione e inclusione delle persone migranti. Durante l’incontro si approfondirà in che modo quanto previsto dal Piano potrà essere recepito nei prossimi Programmi nazionali e regionali della politica di coesione 2021-2027, in un’ottica complementare con gli investimenti previsti nel PNRR, con altri fondi europei (FAMI, FEASR, etc.) e con i fondi delle politiche ordinarie (nazionali e territoriali). Si punterà a sostenere la centralità di una programmazione integrata basata sul coinvolgimento anche del partenariato (istituzionale e economico e sociale), per rafforzare le capacità di attuazione degli interventi sui territori, secondo un approccio di riduzione dei divari territoriali e delle disuguaglianze.

Introduce e coordina: Anna Teselli, CGIL Nazionale

Intervengono:

  • Dott.ssa Stefania Congia, Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione Ministero del Lavoro
  • Dott.ssa Marina D’Angelo, Capofila FSE+ – Anpal;
  • Michele Plati – Consorzio Communitas
  • Camilla Orlandi Responsabile Dipartimento Immigrazione – Anci
  • Stefania Maselli Piano Nazionale Integrazione – Anci
  • Mercedes Miletti, Confederazione Europea dei Sindacati – CES
  • Antonio Payar Responsabile Scientifico ‘Nuovo Sociale’ di Confartigianato Imprese (TBC)
  • Giuseppe Gesmundo Segretario Generale CGIL Puglia


Conclude: Giuseppe Massafra Segretario Nazionale CGIL

 

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Introduce e modera: Valerio Antonio Tiberio, ARCI Pescara

Intervengono:

  • Roberto Bortone, UNAR – Ufficio Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali
  • Santino Spinelli, musicista, insegnante
  • Valentina Sejdic, UCRI
  • Claudio Graziano, Arci Lazio

Dalle carte dell’inchiesta di Trapani sulle Ong, emerge l’inerzia della Guardia costiera libica nelle azioni di salvataggio dei migranti nel Mediterraneo centrale.

La nuova puntata dell’inchiesta esclusiva di Spotlight, in collaborazione con The Guardian e Domani, ricostruisce alcuni episodi tragici dell’estate del 2017, che hanno visto la morte di centinaia di persone.

Modera: Marta Bellingreri, giornalista, esperta Medio oriente e Mediterraneo

Intervengono:

  • Valerio Cataldi (Caporedattore inchieste Rai News24),
  • Andrea Palladino (giornalista e documentarista, RaiNews24),
  • Lorenzo Tondo, (giornalista, The Guardian).

 

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Il lavoro è una componente centrale dell’integrazione dei migranti, e allo stesso tempo uno dei bisogni e degli obiettivi perseguiti da chi intraprende un progetto migratorio. Le organizzazioni sindacali, in Italia come in Europa, si sono poste da tempo il compito di rappresentare istanze e bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici straniere. Inoltre, il rapporto con il sindacato è anche occasione di riconoscimento paritario e partecipazione democratica, pur nella diversità di condizione dei lavoratori e, d’altra parte, dell’approccio sindacale.
La relazione tra migrazioni e sindacato è al centro dei Rapporti pubblicati nel corso degli anni dalla Fondazione Di Vittorio, con il sostegno della Cgil nazionale. La pubblicazione più recente (IX Rapporto, 2020) si è soffermata sul tema declinandolo all’interno dalla prima fase della pandemia. Intendiamo quindi proseguire la riflessione invitando al confronto sindacalisti migranti attivi in Italia e sindacalisti di origine italiana impegnati all’estero, evidenziando somiglianze e differenze nelle esperienze di tutela del lavoro e del protagonismo dei migranti stessi.

Beppe De Sario, Fondazione Giuseppe Di Vittorio

Contributo di Ida Regalia (Università di Milano) sulla funzione di rappresentanza sindacale degli immigrati

Conduce il confronto sul tema rappresentare i/le migranti in Italia e in Europa Emanuele Galossi, Inca Nazionale

Ne discutono:

  • Michela Albarello, Comisiones Obreras (CCOO) della Catalogna
  • Sonia Dosti, Cgil Roma e Lazio
  • Andrea Malpassi, Inca nazionale, associazione Itaca
  • Aldo Scalzo, Federazione Generale del Lavoro Belga
  • Ermira Behri, Segretario nazionale della Fillea – Cgil



Conclude: 
Kurosh Danesh, Responsabile Ufficio per le politiche dell’immigrazione Cgil Nazionale

 

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Il caporalato continua ad essere una delle forme più diffuse di illegalità e sfruttamento che riguardano il nostro Paese da nord a sud.
Negli ultimi anni la comprensione del fenomeno e la sua visibilità hanno consentito di farla emergere in tutta la sua gravità e questo è forse il primo passo per cominciare a ridurre lo spazio del caporalato.
Le istituzioni e la pubblica amministrazione stanno aumentando gli sforzi per contrastare il caporalato, ma la grande frammentarietà degli interventi sul piano nazionale non ha consentito ancora di ottenere risultati adeguati.
La società civile organizzata, associazioni, sindacati e movimenti, svolgono un ruolo importante in questo quadro e intendono, insieme alle istituzioni, perseguire l’obiettivo del contrasto cercando una convergenza tra le tante iniziative e esperienze.

Coordina: Toni Mira (Avvenire)

Introduce: Antonio Russo (ACLI)

Intervengono:

  • Andrea Orlando (Ministro del Lavoro),
  • Donato Pentassuglia (Ass.re all’Agricoltura, Regione Puglia, TBC),
  • ANCI tbc;
  • Jean René Bilongo (Fondazione Placido Rizzotto – FLAI CGIL),
  • Tatiana Esposito (Direttore Generale Immigrazione, Ministero del Lavoro)
  • Marco Calvetto, Patronato Acli

Conclude: Francesca Coleti (ARCI)

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A partire dalle storie di accoglienza del Progetto APRI (Caritas Italiana) e FRA NOI (Communitas, finanziato dal FAMI), il seminario si concentrerà sulle strategie di inclusione delle persone migranti che, ponendosi in modo complementare a quelli “istituzionali” e lavorando sulla costruzione di comunità accoglienti, riescono ad incidere positivamente sulla capacità di costruire una rete di relazioni favorevoli all’integrazione sociale e socio-lavorativa delle persone accolte. 

Modera: Vito D’Ettorre, giornalista TV200 

Intervengono

  • Lucia Forlino
  • Tiziana Ferrittu 
  • Roberto Guaglianone
  • Milena Minessi 
  • Valeria Mele 
  • Paolo Pagani
  • Testimonianze di famiglie tutor e presone in accoglienza

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La rete Sipla realizzata da Arci (progetto Sipla Sud su fondi FSE) e Consorzio Communitas (progetto Sipla Nord su Fondi Fami) , con il sostegno di Caritas Italiana è oggi la più importante rete sociale di contrasto allo sfruttamento lavorativo di persone straniere in agricoltura nel nostro Paese. Un fitto intersecarsi di circoli e comitati Arci, di Caritas Diocesane di tutte le regioni italiane che offrono un importante sostegno a uomini e donne, lavoratori/trici “indispensabili” , spesso relegati/te ai margini della legalità e in condizioni di vita non dignitosa. Il dialogo con il settore agricolo avviene attraverso i partner nazionali di progetto : Fairtrade, Adecco, Confcooperative Piemonte, Puglia, Lombardia è un asse portante della rete Sipla e della lotta allo sfruttamento lavorativo.

A conclusione dell’evento verrà presentata Campagna di sensibilizzazione a favore della filiera etica in agricoltura “Conosci la sua storia”

Coordina Toni Mira (Avvenire)

Introduce Caterina Boca Caritas Italiana

Intervengono:

  • Paola Vacchina Acli
  • Roberto Venneri, Dirigente della Regione Puglia
  • Stefano Iannillo (ARCI, coordinatore Sipla Sud)
  • Matteo Bellegoni Flai – CGIL
  • Partecipano: ACLI, CGIL, Reti progetti (SIPLA), Consorzio Communitas

 

“Finanziare i confini: fondi per l’esternalizzazione delle frontiere e strategie di monitoraggio”
Dal 2015, con l’istituzione del Fondo Fiduciario per l’Africa e l’istituzione dello Strumento per i rifugiati in Turchia, l’UE ha utilizzato fondi e risorse destinate alla cooperazione allo sviluppo per finanziare l’esternalizzazione delle frontiere e il controllo dei flussi migratori nei principali paesi di origine e di transito. Questi progetti pensati per bloccare i flussi migratori hanno un grave impatto sui diritti fondamentali delle persone migranti, portando spesso a situazioni di detenzione arbitraria, abusi e violenze.

Nel prossimo budget con cui l’UE finanzierà le politiche su asilo e migrazione per il 2021-2027, la spesa per la dimensione esterna della migrazione rischia di essere devoluta ancora una volta a progetti di esternalizzazione delle frontiere. In questo contesto, è necessario che la società civile sviluppi strategie per chiedere trasparenza nell’utilizzo di questi fondi, insieme a un rafforzamento del ruolo di controllo democratico da parte del Parlamento europeo, che assicuri il rispetto dei principi di buona gestione finanziaria e il rispetto dei diritti umani.

Coordina: Sara Prestianni (EuroMed Rights)

Intervengono:

  • Giorgia Jana Pintus (ARCI);
  • Estela Casajuana (Profundo);
  • Erasmo Palazzotto, parlamentare
  • Roberto Sensi (Action Aid);
  • Diletta Agresta (Progetto Sciabaca & Oruka – ASGI);
  • Majdi Karbai, parlamentare tunisino, Referente del programma immigrazione del gruppo parlamentare democratico in Tunisia;
  • Alaa Talbi (FTDES),
  • Alhousseini Alka André Shani (Alternative Espace Citoyenne),
  • Gianluca Mengozzi (Presidente ARCS)

 

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Manifestazioni e movimenti anti-razzisti e la crescente consapevolezza sulla presenza in Italia e in Europa di discriminazioni sistemiche, chiamano in gioco i media e la cultura per raccontare e promuovere il cambiamento.

Sulla responsabilità dell’informazione, sull’importanza delle parole e sul ruolo della politica ne discutono

Modera Anna Pozzi (Giornalista).

Intervengono:

  • Ada Ugo Abara (Fondatrice Arising Africans),
  • Federico Faloppa (Linguista, Coordinatore della Rete Nazionale di contrasto ai fenomeni e ai crimini di odio),
  • Marina Lalovic (giornalista),
  • Vittorio Longhi (giornalista e scrittore),
  • Sabika Shah Povia (giornalista),
  • Sara Creta (giornalista)
  • Adina Curta (EU Project Manager di FORMA.Azione – progetto SPEAK UP!)

 

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L’evento è organizzato con il supporto della Libreria Palmieri

Era il 2015 quando l’autore cominciò a documentare i sistemi di gestione dei corpi dei migranti deceduti nel tentativo di raggiungere l’Italia. Partendo dai cimiteri siciliani, per capire dove e come questi corpi sono sepolti, a quanti è stato dato un nome o cosa c’è in mancanza, il lungo percorso di indagine sarebbe terminato, alcuni anni dopo, in un villaggio del Saloum, in Senegal.

I frammenti di cui si compone ci mettono di fronte, senza scampo, alla morte di giovani migranti, alla gestione dei loro corpi e a un lutto spesso impossibile. Alla percezione collettiva di fatalità ineluttabile e tragedia inevitabile, questo lavoro oppone una visione scarna di ciò che ruota attorno a questi corpi per rivelare la realtà per ciò che è: quella che l’autore definisce “anomalia”, un’aberrazione che non dovremmo permettere né accettare.

Se l’immigrazione è sempre più un “oggetto politico” che divide in pareri e fazioni contrapposte, il linguaggio “nudo” di queste immagini ci conduce, al di là del rumore abituale, alla responsabilità di essere umani.

Modera: Eleonora Camilli, Redattore Sociale

Intervengono:

  • Max Hirzel, fotografo e autore di Corpi Migranti
  • Sara Prestianni, fotografa e Migration and Asylum officer – EuroMed Rights

 

L’evento è organizzato con il supporto della Libreria Palmieri

Richard Braude, Maria Giulia Fava, Cheikh Sene e Sara Traylor del circolo ARCI Porco Rosso presentano il report “Dal mare al carcere: la criminalizzazione dei cosiddetti scafisti”, prodotto con il sostegno della rete internazionale ‘Alarm Phone’ e le onlus Borderline Sicilia e borderline-europe.

Presenta: Giansandro Merli, giornalista de Il Manifesto

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SUD EARTH non è solo un festival. “Sud Earth” rappresenta una direzione ideale, un orizzonte metafisico, in un viaggio che parte dalla cultura e si indirizza verso tutti i SUD del mondo. Nel teatro Stabile di Potenza ARCI mette in scena se stessa e il suo viaggio assieme agli ospiti dei suoi progetti di accoglienza. La musica, la danza, il teatro rappresentano il momento unificante in cui artisti in erba e professionisti di fama nazionale diventano tutti “un’unica grande famiglia”

L’incontro sarà l’occasione per presentare un estratto video del lavoro di documentazione del Festival e, inoltre, un momento di riflessione sull’arte come strumento di inclusione sociale per richiedenti asilo e rifugiati e attivazione delle comunità territoriali.

Modera: Roberto Molentino, Arci Solidarietà Lecce

Intervengono:

  • Paolo Pesacane, presidente Arci Basilicata
  • Cosimo Botrugno, Presidente Arci Lecce
    – Rappresentanti dei Sud Sound System
  • Annalisa Antonucci, psicoterapeuta
  • Donatella Nicolardi, maestra dell’arte musiva

 

 

un progetto di GIANLUIGI GHERZI e FABRIZIO SACCOMANNO

Abbiamo incontrato il “paese che non c’è”. Abbiamo incontrato un popolo, quello curdo, che ha ricominciato a sognare. Sogna di poter essere popolo, senza diventare stato. Di poter vivere in una terra di pace. Dove la diversità delle religioni, delle etnie, non provochi massacri. Dove la gente possa decidere del proprio destino, autogovernandosi. Dove le donne possano uscire dalle proprie case, scoprendo finalmente il volto e prendendo la parola. Abbiamo sentito quella loro storia come una storia che parla a noi. È possibile un altro respiro? Un altro sentimento del vivere? Della lotta, della battaglia, dell’amore, dell’incontro con il mondo? Abbiamo infine seguito le storie di quel popolo da noi, in Italia.



Una presa di posizione forte e senza compromessi che unisce ricerca sul campo ed impegno sociale,  dando vita ad un repertorio tradizionale ed originale, che apre uno “spaccato” sulla condizione dei contadini e operai, vittime oggi come ieri di grandi disparità sociali. Un repertorio rabbioso, a tratti ironico e dolce, che narra gli scenari  sociali e politici in cui versa il nostro paese, in particolare il Sud, intrecciato a momenti storici significativi che hanno caratterizzato la vita di milioni di Italiani. La Resistenza, L’eccidio di Parabita, la tragedia di San Donaci e Le occupazioni delle terre, l’Emigrazione, Il caporalato neretino,  il Sud di ieri che somiglia al sud di oggi, immobile,inesorabilmente sempre uguale.



  • Regia: Daniele De Michele 
  • Italia, 2021, 61’, documentario
  • Festival: Venezia 78 – Giornate degli Autori, Salina Film Festival (Premio del Pubblico)

L’evento è organizzato in collaborazione con UCCA

Artisti disperati, squattrinati, fragili e con un evidente senso di inutilità, che provavano a farcela… Quando nell’agosto del 2020 tutto riaprì, dopo mesi di confinamento in casa, gli artisti furono gli unici a non riprendere normalmente il loro lavoro. Nel tempo di un anno e mezzo, dentro e fuori il lockdown, Donpasta racconta la sua quotidianità intrecciata a quella di una scenografa disoccupata, un musicista senza spettacoli, un contadino poeta. Erano dei sopravvissuti che avevano bisogno di un’idea per uscire dalle acque torbide e fu così che divennero i Naviganti

Con la presenza del regista Daniele De Michele, Antonio Borrelli di UCCA e in video-collegamento Marco Revelli, storico e sociologo

SABATO

L’incontro sarà l’occasione per approfondire quali sono i diritti del cittadino straniero presente sul territorio italiano rispetto al suo diritto all’accesso al sistema sanitario nazionale, anche in caso di mancanza del permesso di soggiorno attraverso la normativa e la recente giurisprudenza. Particolare attenzione verrà data al diritto dei familiari dei cittadini comunitari.

Modera: Serena Pugliese

Interviene: Marco Paggi, avvocato

Nell’edizione che celebra i 30 anni della pubblicazione del Rapporto Immigrazione si analizza l’impatto che il virus e le misure adottate per il suo contenimento e per la ripresa delle attività economico-sociali hanno avuto sulle vite dei cittadini stranieri, in riferimento ad importanti indicatori quali, fra gli altri, le tendenze demografiche e i movimenti migratori, la tenuta occupazionale, i percorsi scolastici dei minori e la tutela della salute.

Modera: Paola Barretta, portavoce di Carta di Roma

Intervengono:

  • Mons. Seccia -Arcivescovo di Lecce,
  • Senatore Dario Stefano,
  • avv. Manuela De Marco Caritas italiana,
  • Paolo Lambruschi, Avvenire

Conclude Antonio Russo, Acli

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Dialogo aperto tra le esperienze dei progetti JumaMap, Here4U, Miniila, SHUBH e Circoli rifugio – Nessuno in strada

Nei mesi caratterizzati dall’emergenza Covid 19, il ruolo dei servizi da remoto è cambiato rappresentando spesso l’unico strumento d’ accesso al sistema di welfare. La relazione di aiuto è stata così costruita e curata a partire dal mezzo di comunicazione: dai telefoni e le chat del Numero Verde Rifugiati dell’Arci al portale e alla mappatura multilingua di JumaMap; dalla piattaforma U-Report On The Move che garantisce l’anonimato al servizio specialistico di supporto psicologico di Here4U, passando per l’App Miniila (Missing the Children) a disposizione di tutti quei minori che hanno continuato a perseguire il loro sogno e a camminare verso la meta prestabilita nonostante le restrizioni in atto. Una rete in rete, online, che ha potuto funzionare solo perché ancorata nei territori.

L’incontro sarà l’occasione per promuovere il rafforzamento, la sinergia tra il servizio da remoto, e la sua nuova autorevolezza riconosciuta, e la rete degli Integra Corner del progetto SHUBH e quella dei Circoli Rifugio, luoghi di accoglienza che hanno dato ospitalità e una casa a chi una casa non aveva.

Introduce e conclude: Walter Massa, ARCI

Modera: Eleonora Camilli, giornalista, Redattore Sociale

L’incontro prevede tre panel:

9:00/10:00 – Servizi online e dimensione nazionale: la cura della relazione d’aiuto da remoto attraverso l’orientamento ai servizi sul territorio

  • Valentina Itri, ARCI
  • Syed Hasnain, Missing The Children Europe
  • Yodit Estifanos, UNICEF (ECARO) – U-Report On The Move


10:00/11:00 – Servizi offline e dimensione territoriale: la prossimità come elemento facilitatore nella costruzione di percorsi di inclusione sociale.

  • Diego Manduri, Approdi
  • Silvia Bini, Arci Madiba – Circolo Rifugio di Pistoia
  • Nicola Zambetti – SUNIA
  • Giulia Ferri – ARCI


11:00/11:30 – Dialogo tra le due dimensioni verso la modellizzazione di una strategia comune di intervento attraverso il potenziamento degli strumenti in grado di rendere accessibili i servizi del territorio a livello nazionale partendo dai bisogni delle persone.

  • Jasmine Mittendorf, UNHCR
  • Riccardo Ducci, Servizio Centrale SAI
  • Francesca Grassi – INCA NAZIONALE

Nel contesto dell’attuale dibattito sulle strategie e sulle misure da adottare per una gestione efficace dei flussi migratori, il tema delle vie di accesso legale alla protezione internazionale sta rivestendo crescente attenzione nell’Unione europea.

Tuttavia i risultati concretamente raggiunti appaiono ancora insufficienti. Emergono però significative esperienze della società civile e un’accresciuta sensibilità e disponibilità delle comunità locali anche in risposta alla recente crisi afghana.

Il panel approfondirà le esperienze in atto e le prospettive europee per l’ampliamento di vie legali e sicure di ingresso.

Modera: Vito D’Ettorre, giornalista TV2000

Intervengono:

  • Daniele Albanese, Caritas Italiana/Consorzio Communitas
  • Giulio Di Blasi -Global Refugee Sponsorship Initiative Europe,
  • Giulia Gori – FCEI,
  • Leila Bodeaux – Caritas Europa,
  • Andrea Pecoraro, UNHCR Italia
  • Valentina Itri, Arci – progetto su Resettlement “Compasso”
  • Alessandra Morelli, già UNHCR Niger
  • Eneida MJESHTR, Centre for Labour Right, Albania 

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MIGRIMAGE: Images of Migration on the Southern Border of Europe, è un progetto finanziato dal programma Erasmus+, coordinato dall’UGR ed è costituito da un team di 3 università – Università di Granada (Granada, Ceuta e Melilla – Spagna), Università del Salento (Lecce – Italia) e Università del Mar Egeo (Lesbo -Grecia) – in collaborazione di 3 ONG – Asociacion Andaluza para el Desarrollo, ASAD (Spagna), ARCI Lecce Societa’ Cooperativa Sociale (Italia) e Lesbo Solidarity (Grecia).

MIGRIMAGE si propone di sviluppare un percorso formativo post-laurea (master interuniversitario) frutto della progettazione congiunta tra varie discipline riguardanti gli studi sulle zone di frontiera e quelli sulla Comunicazione.

Durante il progetto sarà sviluppato un programma formato da un corso pilota costituito da seminari faccia a faccia, da un Mooc, così come dalla progettazione e sviluppo di un Webdoc (documentario interattivo e piattaforma di comunicazione transmediale).

Intervengono:

  • Stefano Cristante, Presidente del corso di laurea in Scienze della Comunicazione, Università del Salento
  • Patrizia Moscara, operatrice dell’integrazione, Arci Lecce Società Cooperativa Sociale
  • Maria Cucurachi, insegnate L2, Arci Lecce Società Cooperativa Sociale
  • Giuseppe Pezzulla, regista, Teresia Film

 

Erasmus+ Strategic Partnerships (Key Action 2)
Project Number: 2020-1-ES01-KA203-082886

Come possiamo reagire unitariamente al Patto Europeo su Immigrazione e Asilo che rappresenta il tentativo esplicito di cancellare il diritto d’asilo e di criminalizzare l’immigrazione?
La proposta presentata dalla Commissione nel settembre 2020 sceglie come strumento principale per impedire alle persone di entrare regolarmente sul territorio dell’UE l’esternalizzazione delle frontiere e del diritto d’asilo, cancellando in questo modo la cultura europea in materia di diritti umani e molti dei principi contenuti nella legislazione internazionale e nelle costituzioni nazionali.

Vogliamo provare a avviare un processo aperto e partecipato con l’obiettivo di costruire una piattaforma che riunisca le reti e i soggetti impegnati sul piano nazionale e internazionale a contrastare le politiche di esternalizzazione dell’Unione Europea.
La preoccupazione per la direzione sbagliata e tragica che i governi stanno prendendo in materia di diritto dell’immigrazione e dell’asilo ci impone di ricercare un terreno unitario, il più ampio possibile, che possa anche trovare, per essere efficace, una sponda nelle istituzioni internazionali e nazionali, nonché tra le comunità del mondo dell’immigrazione e dei rifugiati.
Non bastano le iniziative di pressione e mobilitazione rivolte solo alle istituzioni europee, ne tanto meno quelle indirizzate alle diverse istituzioni nazionali. Serve qualcosa di più ampio e articolato che faccia convergere gli sforzi di tutti ai diversi livelli.

Per questo pensiamo ad un’assemblea articolata in due momenti: la prima sessione di confronto tra le organizzazioni e le reti per riflettere sull’opportunità di una piattaforma comune per un Patto Europeo per i Diritti e l’Accoglienza; la seconda di discussione con parlamentari europei e nazionali per la creazione di un Gruppo di Contatto tra istituzioni e società civile.

Partecipano all’assemblea:

Associazioni italiane: comitato promotore Sabir; associazioni del Tavolo Asilo e Immigrazione
Reti europee e internazionali e associazioni di altri paesi UE: Sara Prestianni (Asylum and Migration Program Officer); Elena Bizzi (Asylum and Migration Program Assistant); Leila Bodeaux (Caritas Europa) Alexandrina Najmowicz (European Civic Forum); Jan Robert Suesser (European Civic Forum/ Ligue of Human Rights); Yonous Muhammadi (European Civic Forum Vice-President/ Greek forum of refugees); Judith Suderland (Human Rights Watch); Brigitte Espouche (Migreurop); Anne-Sophie Biseaux (Migreurop); Carlos Roldan (Solidar); Julie Martinaud (Solidar); Marta Gionco (Picum); Aurélie Gaudin (Ligue de l’enseignement, confederal centre / Solidar); Manuel de la Rocha (MPDL/Solidar); Miodrag Nedeljkovic (IDC/Solidar); Milena Šošić (IDC/Solidar); Eneida Mjeshtri (Centre for Labour Rights/ Solidar); Cécile Vanderstappen (CNCD-11.11.11); Jara Henar (Alianza – ActionAid Spagna ); Marta Perez Vinas (Oxfam Spagna).
Rappresentanti parlamentari: Erasmo Palazzotto (deputato, LeU); Pierfrancesco Majorino (MPE, S&D), Brando Benifei (MPE, S&D), Pietro Bartolo (MPE, S&D), Alessandra Moretti (MPE, S&D), Elisabetta Gualmini (MPE, S&D); Majdi Karbai (parlamentare tunisino e referente del programma immigrazione del gruppo parlamentare democratico in Tunisia).

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L’evento è organizzato con il supporto della Libreria Palmieri

Le parole di Alaa Abd el-Fattah, il più noto tra i rivoluzionari di piazza Tahrir, arrivano dall’interno della prigione di Tora, dove ha trascorso sette degli ultimi otto anni.

Pubblicati in contemporanea con l’edizione inglese, i suoi scritti sono necessari per comprendere la situazione egiziana, nota in Italia soprattutto per l’omicidio di Giulio Regeni e le vicende legate alla detenzione di Patrick Zaki.

Modera Alessandra Fabbretti, giornalista Agenzia Dire

Intervengono:

  • Paola Caridi, curatrice del libro (giornalista e scrittrice);
  • Filippo Miraglia (Arci)
  • Nabil Ben Salameh, cantautore, scrittore, docente di etnomusicologia

Per gli iscritti, sono previsti due pullman con partenza alle ore 19 da Porta Napoli.

Mino De Santis, da oltre vent’anni scrive canzoni, unendo la sua passione per il cantautorato con quella per le radici della sua terra, il Salento. Il suo nome circolava tra gli appassionati, ma ascoltare dal vivo o su disco le sue canzoni, era impresa difficile, perché lui ha sempre preferito cantarle durante le cene con i suoi amici, e a fare un disco, proprio non ci aveva mai pensato. A cambiare le carte in tavola è stato l’incontro con l’Associazione Fondo Verri di Lecce, che gli ha proposto di realizzare un disco in studio, e radunati alcuni amici come Valerio Daniele (chitarra), Dario Muci (voce) ed Emanuele Coluccia (piano e fiati), si è subito messo al lavoro. Così nasce Scarcagnizzu, il suo album di debutto (2011) Le canzoni di Mino De Santis hanno una caratteristica importante, che ormai è sempre più difficile trovare anche nei dischi di grandi cantautori: raccontano storie, storie piccole ma dense di risvolti profondi, spesso metaforiche e di tanto in tanto anche ironiche o commoventi. Quasi fosse un novello Brassens tutto salentino, lui predilige una scrittura vera, senza filtri, senza giri di parole.

Nel 2021, esce con “Sassidacqua”, ultimo lavoro discografico del cantautore Salentino.

Con la presenza della regista Sara Creta (giornalista freelance e documentarista) e Jabir Zain (Human Rights Defender & Blogger)”

Questo documentario apre gli occhi sulla realtà dei migranti in Libia ma anche sull’orribile macchina che è stata messa in piedi e sul ruolo dei responsabili della situazione che approfittano delle politiche europee.
I centri di detenzione in Libia, dove migliaia di rifugiati aspettano in condizioni disumane che qualcuno – le milizie, l’Europa, l’ONU – decida quale sarà il loro destino, sono al centro di questo documentario.
Se ufficialmente i centri di detenzione libici sono gestiti dal governo riconosciuto dall’ONU, in realtà sono nelle mani delle milizie che controllano il paese e vedono nei migranti una pronta fonte di denaro.
Il film esamina l’intero sistema di detenzione, il traffico al di fuori di esso, il ruolo delle milizie e il modo in cui esercitano il loro controllo su di esso. Mira a mettere in evidenza le responsabilità di coloro che sono coinvolti, in primo luogo quella dell’Unione europea che fornisce finanziamenti e poi non si assume alcuna responsabilità. Cosa bisogna cambiare e quali sono le soluzioni?
Mentre l’Occidente ha perso influenza nella lunga guerra civile libica, il conflitto ha esposto profonde divisioni all’interno dell’UE, lasciando le potenze non occidentali a riempire il vuoto. La politica miope dell’Europa continua a perseguire una strategia imperfetta per autorizzare le guardie costiere libiche a intercettare i migranti e i richiedenti asilo e riportarli in Libia. Un paese frammentato, che è stato lacerato da fazioni politiche in guerra, leader tribali locali e milizie.

MOSTRE PERMANENTI

Corpi Migranti | di Max Hirzel

Sicilia, Italia / Delta del Saloum, Senegal 2015-2017

“Nel deserto vidi una tomba, era di una ragazza di Douala, e mi chiesi se suo papà e sua mamma, i suoi fratelli e le sorelle sapessero che la loro bimba è là”. Incontrai Alpha a Bamako, nel 2011. L’idea di lavorare sulla gestione dei corpi dei migranti deceduti, in qualche modo risale a quel giorno e alle sue parole. Ho iniziato dai cimiteri, volevo capire dove e come sono sepolti, quanti hanno un nome o cosa in mancanza.

Questi corpi, per quantità ed età delle vittime, rappresentano un’anomalia, una gigante aberrazione che si tende a scambiare per fatalità. Volevo mostrare l’anomalia. Ma anche compiere un piccolo gesto, di attenzione.

Il 18 aprile 2015 ha luogo l’ennesimo naufragio nel Mediterraneo, il peggiore. Più di 700 morti, 28 sopravvissuti. Il governo italiano compie una scelta inedita: un anno dopo il naufragio, il cosiddetto “barcone degli innocenti” viene recuperato dal fondo del mare, a 370 mt di profondità, e trasportato alla base Nato di Melilli. Inizia un lavoro senza precedenti, tra giugno e novembre in due tende tecniche predisposte in un hangar della base vengono esaminati 450 corpi e relativi effetti personali. Tutti i dati post mortem vengono trasferiti al Labanof, il laboratorio di Antropologia Forense dell’Università di Milano che coordina le diverse equipe, tra cui spicca lo staff del Policlinico di Palermo.Giovani tecnici di autopsia si trovano ad esaminare troppi corpi di coetanei, così come gli addetti delle pompe funebri si trovano ad assemblare troppe bare per depositarvi troppi corpi. L’anomalia era lì, davanti a me.

InTrance, rassegna fotografica sul corpo politico

a cura di Alessia Rollo

InTrance è una rassegna fotografica che coinvolge artisti visivi nazionali ed internazionali che attraverso i loro progetti fotografici aprono un dibattito sul corpo come luogo d’espressione di forme di pensiero, questioni di genere, identità personale e collettive della società contemporanea. Il corpo non è un’entità statica, immobile, al contrario cresce e si sviluppa relazionandosi con l’ambiente geografico e sociale in molteplici forme.  I corpi fotografati ed esplorati dagli artisti ci permettono di riflettere sui condizionamenti sociali creati da politiche nazionali e internazionali che influenzano la libertà personale e collettiva. Lotte di classe, lotte personali, stereotipi, legislazioni escludenti, colonialismo visivo sono tra gli argomenti trattati da Federico Estol, Gloria Oyarzabal, Giulia Frigieri, Myrtò Papadopulos e Ruben H. Bermudez nei loro progetti. Attraverso il corpo dell’individuo o di una comunità questo progetto si propone di avvicinarci all’altro, di empatizzare e generare aperture mentali che portino a cambiamenti di percezione quotidiana, di pace e accoglienza, all’interno delle società in cui viviamo.

Shining Heroes

Federico Estol

Sono 3000 i lustrascarpe che escono ogni giorno in cerca di clienti per le strade di La Paz e della periferia di El Alto della capitale boliviana. Una tribù mascherata di passamontagna nasconde la loro identità anche alle loro stesse famiglie, che credono che abbiano un altro lavoro quando scendono dal loro quartiere al centro della città. Vivono una forma di anonimato collettivo, una resistenza che li rende forti e coesi contro l’esclusione della loro condizione sociale. Insieme a sessanta lustrascarpe, Hestol crea una graphic novel partecipativa dove i protagonisti di questa storia sono gli eroi del lustro, che grazie ai loro superpoteri fanno abbagliare le scarpe della città: produttori e attori di un libro fotografico da vendere per le strade e combattere contro l’invisibilità sociale.

Spirits Unseen

Myrtò Papadopulos

Negli ultimi tre anni Papadopoulos ha guidato per oltre 730 miglia a nord della città di Atene per visitare ogni mese i villaggi isolati della minoranza Pomak nella regione greca della Tracia, l’unico territorio europeo rimasto con giurisdizione della Sharia. Il lavoro fotografico nasce da questi lunghi viaggi, una documentazione visiva che vede coinvolte le ultime donne della comunità rimaste a farsi carico della famiglia dal momento che i loro mariti sono stati costretti a emigrare in Europa alla ricerca di un lavoro. Mentre la struttura tradizionale e le relazioni di genere della comunità Pomak si adattano a queste condizioni socioeconomiche, queste donne stanno cercando il diritto di lavorare, studiare e adottare nuovi ruoli oltre i confini della loro società.

Woman go no’gree

Gloria Oyazbal

ll titolo del lavoro di Gloria Oyazabal è una frase tratta dalla canzone Lady di Fela Kuti (Shakara, 1972) scritta in un momento di accesa critica e discussione sull’adozione delle abitudini occidentali da parte delle elites post coloniali africane così da mettere a rischio l’identità culturale dell’Africa. Il lavoro affronta questioni come la classe, la razza, l’età, il genere, persino la salute, attraverso una prospettiva de-coloniale femminista. Woman go no’gree analizza l’effetto della colonizzazione sul concetto di donna attraverso l’educazione vittoriana, le religioni monoteiste e i canoni di bellezza e mette in luce l’impossibilità di universalizzare i discorsi femministi; propone una postura de coloniale per guardare a modi inediti la figura femminile in relazione a generi interculturali.

Ragazze D’Italia

Giulia Frigieri

Durante un viaggio estivo tra Milano, Roma e Napoli prende forma Ragazze d’Italia, nato dal desiderio di documentare le storie di giovani donne che stanno costruendo una nuova identità di un’Italia che cambia o è già cambiata. Concentrandosi su temi come l’identità, l’empowerment femminile e le relazioni intergenerazionali, Frigeri traccia una geografia corale di diciannove ragazze italiane che lottano ogni giorno contro i pregiudizi riscontrati nei loro ambiti lavorativi e stigmatizzazione del corpo nero, di donna, in Italia. Insieme alle parole della giornalista Marta Belligregreri, le immagini creano un racconto, un ritratto unico di un Bel paese coraggioso di intraprendere strade alternative rappresentato da una generazione pronta a mettere la faccia, corpo e cuore in quello che fa e pensa.

E tu perché sei nero

Ruben H. Bermudez

Può una storia personale raccontare le storie personali di molti? È quello che Bermúdez cerca di realizzare attraverso le pagine del libro fotografico

E tu perché sei nero\ Y tu porquè eres negro?

Il progetto prende vita da un processo di decolonizzazione, spacchettando il razzismo alla base della domanda che tutti quelli che lo incontravano gli ponevano: “se sei nato in Spagna, perché sei nero?

Partendo da un’indagine sulle origini della schiavitù nera spagnola, l’autore ricostruisce un racconto autobiografico che funge da saggio politico sulla storia della cultura afro in Occidente;recuperando la sua memoria nelle immagini, nelle conversazioni e nei simboli che hanno segnato la sua vita e raccontando così il quotidiano e lo straordinario di una società vista da una prospettiva nera

How are you?

Alessia Rollo e Kenaw Aleyew

“How are you” è un progetto a quattro mani che Alessia e Kenaw hanno sviluppato durante novembre e dicembre 2020. La pandemia stava esplodendo e inoltre una guerra civile è iniziata nel Tigray, vicino alla citta dove vive Kenaw. Decidono allora di plasmare un dialogo tra di loro e di trasformarlo in un progetto audiovisivo per trovare il modo di dare una risposta a una domanda molto rilevante in quel momento: Come stai?

Alessia Rollo come fotografa cerca inoltre risposte a come sia possibile informare e lavorare su temi di attualità e cronaca stando a casa.

Il progetto mescola il diario personale che Kenaw scrive e registra in Etiopia sua con le immagini che Alessia realizza nei dintorni della sua città, Lecce. Le torri che compaiono nel video sono luoghi storicamente utilizzati come sistema di difesa e comunicazione nel XIV secolo in Puglia.

Alessia sceglie la “mise en scene” per sottolineare l’impossibilità di comunicare e informare a causa del blocco di internet in Tigray e sottolineare il suo ruolo di “ripetitore di informazioni”, quelle personali, dirette e non mediatizzate di Kenaw

I testi sono del diario di Kenaw scritti tra novembre e dicembre 2020: che non seguono un rigoroso ordine cronologico ma emotivo.

La presenza della fotografa e la soggettività della voce narrante nel video rivendicano la possibilità di un’altra narrazione basata su una prospettiva personale, intima e contemporanea.

Il progetto è stato realizzato nel dicembre 2020 a seguito della residenza presso l’Istituto Italiano di Cultura di Addis Ababa nel marzo 2020.